Feb 042015
 

La nostra Milano è una metropoli ricca di eventi, con capacità attrattiva. Ma, per certi aspetti, Milano rischia di essere una “città per eventi” (le sfilate di moda, il salone del mobile con il “fuori salone”, che tutto dentro non ci sta più). Con i rispettivi “popoli” che, per qualche giorno, “popolano” aree circoscritte della (loro?) città, che se vai qualche metro più in là sembra di essere un po’ nel… deserto.

Si ha l’impressione che di Milano, della nostra città, ciascuno usi il pezzetto che più gli serve… per i “suoi” eventi, per le “sue” necessità. E gli altri? verrebbe da dire. Adesso, poi, per sei mesi (1 maggio-31 ottobre 2015) ci sarà l’Expo, sul cui tema “Nutrire il Pianeta Energia per la Vita” ognuno ci ha attaccato sopra di tutto e di più, rischiando di snaturare significato e contenuti di un appuntamento nel quale ripongono fiducia e speranza tutti quei paesi e popoli che hanno fame.

TEATRO ALLA SCALA
Scala_FotoPer certi aspetti, è un po’ quello che ci sembra stia accadendo con il Teatro alla Scala e la programmazione della Turandot il prossimo 1° maggio, evento per l’inaugurazione dell’Expo 2015, appunto. Non entriamo nel merito della controversia innescatasi tra la rappresentanza sindacale Cgil del Teatro alla Scala, da una parte, e un po’ tutti gli altri, dall’altra, anche se alcuni elementi emersi, anche di tipo monetario, ci sembra che siano un po’ di un “altro mondo” rispetto alla problematica  situazione socio-economica di cui tutti parliamo ma, nei fatti, poi ciascuno tira l’acqua al proprio mulino.

PEREIRA
PereiraIn tutto questo tira e molla, quelle che ancora una volta rischiano di rimetterci – a qualcuno potrà sembrare strano – sono le periferie! Infatti, già nel giugno 2013, l’allora nuovo sovrintendente Alexander Pereira dichiarò: «Vorrei riuscire a portare il bello della lirica in quartieri differenti», “anche nelle periferie” aggiunsero i cronisti. Medesima intenzione ribadita anche più recentemente da Pereira, di andare a suonare anche in «sale teatrali nei quartieri di periferia (…): cercheremo di arrivare dappertutto. La Scala si deve aprire sempre di più alla città (…) per fare educazione culturale e anche sociale: è uno dei nostri compiti principali», lamentando anche «che si riducono addirittura i cori, in Europa».

PERIFERIE
100Teatri_MappaturaAllora, chiediamo: c’è un “progetto” del Teatro alla Scala per le Periferie? C’è qualche riunione sindacale in corso per verificare le implicazioni dell’andare a suonare nei 100 teatri delle periferie di Milano, magari senza i clamori mediatici di questi giorni, perché, come dice l’antico adagio, “fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce”? In merito, saremmo lieti di avere qualche segnalazione ed anche disponibili a dare il nostro supporto logistico alla luce dell’esperienza maturata in questi ultimi anni, con 400 appuntamenti musicali promossi con le Rassegne “Concerti in Periferia” e “CoriMilano”.

CORI
AspisCortili_FotoProprio in merito ai Cori – quelli auspicati da Alexander Pereira? –  Martedì 10 febbraio 2015 – ore 21 (Sala teatrale di Figino, Via F.lli Zanzottera 31), sarà “Cori amatoriali x le Periferie” il tema che verrà esaminato con la relativa programmazione delle iniziative dei Cori amatoriali per la prossima primavera, anche con specifico riferimento a “Cori in Corte”, che ha avuto un primo prologo lo scorso 24 gennaio in alcuni cortili del Mac Mahon, storico quartiere popolare della periferia Ovest di Milano, per iniziativa della locale Parrocchia Gesù Maria e Giuseppe e grazie alla disponibilità del Coro ASPIS di Milano ed al supporto organizzativo dell’Associazione Corale Ambrosiana.

Aspettando Pereira.

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