Ott 112013
 

Le Periferie? Se ne parla, ma stentano a diventare una priorità cittadina. Per questo bisogna fissare un’Agenda con impegni e scadenze: il 16 ottobre, all’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele la 7a Convenzione delle Periferie di Milano: Periferie, a che punto siamo?

“Villas” a Buenos Aires, “favelas” a Rio de Janeiro, “banlieue” a Parigi 3 insomma, “periferie”. Certo, le periferie sono diverse le une dalle altre, a seconda delle società cui appartengono. Però, c’è una caratteristica che le accomuna: la disattenzione, in primo luogo da parte dei gruppi dirigenti, che relegano le Periferie ad un trascurabile problema di funzionamento dei grandi aggregati urbani, degne di attenzione solo quando scoppia qualche emergenza (cioè, quando il danno è fatto!) Renzo Piano, noto architetto, recentemente nominato Senatore a vita, ebbe a dire: «O la Periferia diventa città, sistema urbano arricchito, o le città diventeranno dei mostri ingovernabili dove soltanto il centro sarà un’isola felice».

MILANO – A fine 2011 (Corriere, 23/12, pagina milanese), Massimo Rebotti, ricordando un impegno preso poco prima di vincere le elezioni dal Sindaco («Nei miei primi cento giorni ridarò dignità alle periferie, le riporterò al centro»), commentò: «i primi “cento giorni” della giunta Pisapia (che sono ormai di più) dimostrano che pensare a una città partendo dalle periferie è molto più complicato che prometterlo». Peraltro, forse possiamo addirittura dire che il problema delle periferie non è in primo luogo e, comunque, non solo del Sindaco, bensì dell’intera classe dirigente milanese, certo “politica”, ma anche economica, culturale e 3 dell’informazione.

7ª CONVENZIONE – Eppure, di periferie se ne interessano tutta una serie di soggetti, dalle Università alle Fondazioni bancarie, facendo anche cose pregevoli. Però, quello che sembra mancare è la messa a fattore comune dei vari contributi, il “fare sistema”, che potrebbe dare un significativo apporto a diverse e connesse tematiche:

  • la coesione sociale, con circa 200 iniziative (dai doposcuola alle scuole d’Italiano per stranieri), che vengono lasciate alla “buona volontà” dei volontari. Infatti, chi fa volontariato “puro”, gratuitamente, non può accedere a bandi e sostegni, perché le regole lo escludono! (ma chi fa le regole?).
  • l’azione culturale, che vede oltre 100 realtà impegnate nell’animazione territoriale, ma che rimangono sostanzialmente dimenticate (Sabato 9 novembre 2013 – ore 10, 5° Convegno delle realtà culturali periferiche; partecipa l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno; Biblioteca Sormani-Sala del Grechetto, Via Francesco Sforza 7).
  • l’abitare popolare “periferico”, che se da una parte vede la disastrosa situazione del patrimonio abitativo pubblico (economico, ma soprattutto sociale), dall’altra potrebbe avere interessanti sviluppi con una innovativa gestione dell’enorme patrimonio sfitto.
  • la comunicazione, perché «se un processo comunicativo (distorcente) ha contribuito a costruire la rappresentazione negativa sul quartiere, occorre una comunicazione altrettanto efficace, stavolta di segno positivo» (“Animare la città”, P. Cappelletti e M. Martinelli, Edizioni Erickson).

I “PERIFERICI” – Però, un po’ dipenderà anche dai “periferici” che hanno difficoltà a farsi sentire, anche a causa di «una certa autoreferenzialità con la quale spesso si muovono le singole associazioni», come evidenziato dal sociologo Aldo Bonomi. Allora, i “periferici” saranno capaci di coesione? La 7a Convenzione delle Periferie è anche per questo! Partecipa con le tue richieste e proposte!

Intervengono:
– Marco Granelli (Assessore alla Coesione sociale e Volontariato, Comune di Milano)
– Paolo Limonta (Ufficio Relazioni con la Città, Comune di Milano)
– Walter Cherubini (Consulta Periferie Milano)

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