Dic 052012
 

Figino? Per i più è un luogo sconosciuto. Per altri è l’inceneritore dell’Amsa. Eppure Figino – collocato all’estrema periferia ovest, prima della tangenziale sull’asse di via Novara – è uno dei rari casi di quartieri di Milano a sé stanti, non essendo stato raggiunto dall’espansione edilizia. I primi documenti che ne attestano l’esistenza risalgono al 1017 (atto di permuta di due terreni fra un privato e la basilica ambrosiana di Milano), anche se indizi ne fanno risalire l’esistenza già ai tempi dell’impero romano come stazione di posta sulla strada che da Mediolanum (Milano) portava ad Augusta Prætoria (Aosta). Ancora oggi, Figino, con circa 1800 abitanti conserva in gran parte il carattere di piccolo paese rurale con cascine agricole attive, sia al proprio interno che nei dintorni, nell’ambito del Parco Agricolo Sud Milano.

Dal punto di vista socio-culturale Figino ha un’attività di tutto rispetto. Grazie al significativo sforzo economico della locale comunità parrocchiale, ad esempio, esiste una capiente sala teatrale che accoglie numerose iniziative: si va dagli spettacoli teatrali in dialetto milanese, rappresentati anche dalla locale compagnia teatrale “L’è bel e fada” (che peraltro ha anche calcato con un banaugurante successo di critica e di pubblico il palco del Teatro San Babila) ai “Venerdì musicali nel borgo”; è la sede centrale di “CoriMilano – Il Polo dei Cori amatoriali milanesi” che, promosso lo scorso anno, ha all’attivo due rassegne che hanno visto la partecipazione dei migliori cori amatoriali milanesi (la prossima primavera la 3ª edizione) ed è inoltre, da quattro anni, una delle sedi dell’iniziativa “Concerti in Periferia”, la rassegna musicale di primavera promossa da Consulta Periferie Milano (oltre 200 concerti all’attivo). Con Niguarda, poi, ospita gli incontri di “PERIFERIA chiama! MILANO risponde?”, che ogni mese mette a tema le “periferie” milanesi. Infine, ma sono state tralasciate varie altre cose, c’è il “Concerto di Capodanno”, promosso dall’Associazione Culturale San Materno e giunto alla terza edizione, che avrà luogo nel pomeriggio di Capodanno 2013. Con un po’ di presunzione – ben riposta, visto il successo ottenuto precedentemente – è sottotitolato “Quasi come essere a Vienna“. Come a Vienna, infatti, ci sono un’orchestra, i fiori, i walzer di Strauss e … la marcia di Radetzky. Più in piccolo di Vienna, ma ugualmente affascinante.

Come si può vedere, si tratta di una serie articolata di iniziative, realizzata con pochi mezzi, ma con tanta passione, come peraltro accade per numerose realtà periferiche che resistono tenacemente e che costituiscono un baluardo alla cosiddetta desertificazione del territorio.

Da Figino parte la “sfida” affinché Milano – dove il Teatro alla Scala e poche altre iniziative musicali e teatrali posizionate in centro la fanno da padrone – esca dalla logica “centro-centrica” e guardi a tutta la città in modo strutturale, perché qualche rondine che talvolta passa in periferia non fa certo primavera.

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