Feb 032016
 

ArticoloGarzonio_ImmagineSul Corriere del 29/1 (L’elezione si vince al parco giochi), Marco Garzonio sceglie il Parco Solari in Zona 6, come banco di prova della “buona amministrazione”, auspicando che gli aspiranti sindaci facciano un sopralluogo, poiché è uno spaccato in cui sono concentrati alcuni problemi che elenca puntualmente:

«[…] vandali che hanno messo fuori uso la parte più consistente dei giochi; transenne che chiudono la piramide di corda resa inutilizzabile e alcune pezze rendono semiagibile la barca dei pirati imbrattata di scritte, moto e motorini parcheggiano nei vialetti attorno alla piscina in quanto non ammessi da un divieto all’interno del recinto dell’impianto, lavori per la M4 che hanno eliminato il passaggio pedonale via Dezza/parco e reso pericoloso l’attraversamento al semaforo, la storica edicola all’inizio di via Foppa doveva trovare posto nel parco per fare spazio ai lavori del metrò ma non ha ancora sistemazione adeguata».ParcoSolari_Immagine

Tutto ciò, auspicando che «gli obiettivi, che si promettono in campagna elettorale, siano corredati da misure che vincolino l’amministrazione e assicurino scadenze praticabili, indicando mezzi, tempi, procedure, controlli, informazioni da dare ai cittadini, magari da discutere con loro, rendendo credibile la politica e realizzando la riconciliazione con i cittadini. Questa sarebbe l’autentica fruttuosa novità del voto 2016, se avvenisse».

Nella sostanza, in un fazzoletto di terra di uno dei 140 quartieri milanesi, è concentrata una serie di aspetti, dalle manutenzioni alla sicurezza, dalla socialità alla mobilità, che richiedono una gestione puntuale, possibilmente preventiva e, soprattutto, coordinata. Allora, aspettare il voto di giugno?

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Crediamo sia più adeguato prestare attiva attenzione a quanto sta accadendo in Consiglio comunale in merito all’introduzione delle Municipalità ed alle relative competenze, proprio in discussione in queste settimane. Ciò, avviando anche un opportuno dibattito. Perché i problemi potrebbero avere un adeguato interlocutore, per esempio nel Presidente del Consiglio di Zona 6, che ha l’investitura politica ed anche qualche competenza professionale, essendo architetto (perché la regia deve essere fatta dal territorio e non frammentata tra le varie competenze degli Assessori).
Solo che il Consiglio di Zona non ha i poteri, anche se erano previsti dal Regolamento del 1977, ma mai applicati (interferenza della burocrazia?), ed anche le Municipalità non sembrano avere prospettive chiare in merito: qual è il modello organizzativo? Perché il problema è proprio questo, ma sembra si navighi un po’ a vista (e non è un problema di risorse economiche).

MODELLO ORGANIZZATIVO
Infatti, l’organizzazione del Comune di Milano prevede che tutto sia accentrato, con il risultato di intasare il centro, e che le decine di funzioni comunali presenti in ciascuna Zona operino senza alcuna connessione tra loro. Allora, le Municipalità non possono essere il risultato di una mediazione qualsiasi, con il risultato di essere dei Consigli di Zona con qualche fiocchetto in più. Invece, devono «realizzare un modello organizzativo idoneo a conseguire il massimo coordinamento dei servizi e uffici decentrati tra loro e, ad un tempo, dei rapporti tra questi e quelli centrali» (Andrea Borruso. Una esperienza di decentramento urbano, 1975). Ciò, come strumentazione alla decisione politica delle Municipalità sul territorio di competenza (altrimenti cosa ci stanno a fare?).
Perché una cosa è chiara e sotto gli occhi di tutti: la città – e le periferie in particolare – non si governa da Palazzo Marino e, tanto meno, si risolvono i problemi, con i Sindaci che di volta in volta si sono succeduti, che si sono accorti di avere le armi spuntate. Chiunque sarà il nuovo Sindaco, che comunque ci sarà, mentre quale tipo di Municipalità non si sa.

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